Conversazione di storia : I Sofisti

…contatto che la sofistica ha preteso fra realtà e pensiero e che la storia della cultura ha confermato attraverso una lunga storia di palingenesi, è stato possibile perché il fermento sociale anteriore ai primi sofisti e quello a essi contemporaneo, pose a costoro problemi essenziali e generiche forme delle soluzioni, destinate poi a essere puntualizzate nel senso dell’originalità personale dei singoli sofisti. L’attività speculativa e didattica dei sofisti ebbe il suo fervido inizio verso la metà del V secolo, vale a dire nel sorso di quegli anni, ricchi di avvenimenti decisivi, anche se non sempre clamorosi, e noti sotto il nome di pentecon taetia. E’ il nome con cui si designa il periodo pari a circa mezzo secolo di pace e di progresso civile per la civiltà greca e in particolar modo Atene compreso tra il 479 a. C, con la fine della seconda invasione persiana, e il 431 A.C. che segnò l’inizio della guerra del Peloponneso. Se per cogliere più profondamente i motivi generici della sofistica, si vorranno considerare anche gli anni immediatamente anteriori e posteriori a detto periodo, non sarà difficile scorgere una complicata interferenza di crisi sociali in tutte le loro possibili forme atte a stimolare il pensiero: l’aristocrazia, che sotto il tormento del crollo politico, crea nuove forme di speculazione e nuovi problemi, innovatori in senso critico; il sorgere di personalità singolari, capaci di azioni dettate da una visione delle cose razionale e rivoluzionaria, le nuove costituzioni che rispecchiano l’anima dei singoli popoli. Ecco alcuni fatti decisivi, che specialmente dopo le guerre persiane, piombano a sconquassare l’euforia della vittoria. Il fatto sociale più significativo può essere considerato l’antitesi, che è tanto del mondo aristocratico, quanto di quello democratico, fra una legge politica o etica e l’impulso della volontà individuale. Ne seguiva per l’uomo , l’alternativa insolubile fra l’originalità creatrice e la sottomissione a un’entità collettiva; fra l’interesse per la piccola polis e l’aspirazione a una visione panellenica dell’esistenza o addirittura cosmopolitica. Proprio quest’antitesi fra individuo e collettività, così duramente sofferta nell’esperienza sociale, si dialettizza nell’uomo individuale e nell’uomo universale di Protagora oppure si risolve nella rappresentazione dei caratteri tipici, ciascuno dei quali secondo una famosa definizione deve essere considerato un universale al di sopra del singolare e un particolare fra gli altri tipi.




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